venerdì 13 dicembre 2013

Carezza cerebrale

Appena un refolo di mare
da un traslucido virtuale e
vibra in me una corda
che mi ti fa volere.
Un girotondo di pensieri
muove i tuoi capelli
l'immagine fissa altrove
giunge il profumo amaro
dell'unguento
che spalmi sulla pelle.
All'angolo della bocca dolce
a tratti, una piega, da nulla
un sì, in forma di sorriso
allora lesta mi giunge
una carezza cerebrale.

domenica 8 dicembre 2013

Incantesimo ossidiana



Il primo è tanto che non lo so più
se fosse stato bello lo ricorderei
non dicono tutti che non si scorda mai?
Solo per dirne uno, che più mi pare
era per la brunetta magra del quartiere
tutta capelli, una testa nera
l'agitava come fa una cavalla
frenetica irrequieta, una bufera
nulla e nessuno la trattiene in stalla.
No! gli occhi no, non li ricordo bene
ma sì erano neri, come l'ossidiana:
mi fecero soffrire tante pene
ci piansi, anche, però poi è passata.
Chi si ricorda se le volevo bene
c'impazzivo di gioia a starci insieme
poi è finita, è andata a star lontano
una promessa al buio chi la mantiene?
N'ho avute tante, non soltanto quella
va bene, va bene, lei era più bella
mi faceva saltare le cervella
non lo credevo ma faceva male
lo disse l'olio nella bacinella.


mercoledì 9 ottobre 2013

Nessuna


Nessuna
s'è mai posata a lungo sul mio cuore
forse perché sempre fu, irto di spine
sempre contorto, un'ansia senza fine.
Ed io in cerca sempre delle aurore
in orizzonti di là dal mio confine
per questa voglia frenetica d'amore

che mai sappi cos'era e ancor m'opprime.

lunedì 7 ottobre 2013

Verso la fine del viaggio



Metterò una pietra di speranza
tra i battenti della porta
per tenerla aperta, mentre vado via.
Vorrei mi raggiungessero i ricordi
quelli più belli, che fanno compagnia.
Avrò un bagaglio leggero, lo so
scarpe consunte e piedi doloranti
per quel po' che porterò appresso
ho camminato in posti anche distanti.
Ho cercato nelle pieghe della vita
ciò che credevo essere importante
non l'ho trovato, non era mai finita
le peripezie del viaggio tra la gente
di me che frusta sé sempre indolente
han dato senso al mio peregrinare
non è che lo voglia, ma vado a riposare.

martedì 1 ottobre 2013

Un volo imperdibile



Perché oltre la velocità fisica
volare non è più aria, ali, penne
diventa emozione sublime
che trascende.
Similmente sento il sesso
all'acme dell'eros, della passione
diventare, a mano a mano, amore
sentimento sublime
pura astrazione. 

domenica 29 settembre 2013

Il baro


Non sa d'esserlo, nascendo.
Veste sentimenti bellissimi
confezionati qua e là
tra scritture scelte
e li porta bene da sapiente.
Si danna per amare
ma non scoprirà il mistero
che nasconde l'amore.
Non fa sangue alcuna sua ferita
e gelido un vento lo conduce
tra i colori dell'autunno
che lo fanno tremare.
Guarda il cielo e lo trova vuoto
pensa di là del mare e
dice di un viaggio che non farà mai.
Vive scontento ma dagli altri non aspetta
spera di morire senza volerlo davvero 
fa d'una falsa felicità la sua bandiera.

lunedì 23 settembre 2013

Questione di pelle




Forse è solo epidermide, la sua
sebbene a me sembri una magia
odora di buono, di appassionato
come essenze regali, da profumeria.
Si sentono e basta, per farti volare
dovunque poggi le dita o la bocca
oppure niente, solo respirare
a quell'effluvio la passione scocca.
Sprigiona un profumo
che le narici assale, corre per la testa
e dentro tutta lei ti vuol portare.

lunedì 16 settembre 2013

Eppure è così lontano...


Avevo un odore forte di sudore, addosso
quando si decise insieme di lasciarci
per averlo, forse, temuto troppo spesso.
Mentre sentivo i suoi occhi sulla schiena
pur addolorato per tutta la sua rabbia
mi faceva più male la sua pena.
Sono andato via a piedi nudi nella sabbia
dal posto e un giorno ch'eravamo insieme
mi dette per ricordo un osso di seppia
l'ho nel cassetto chiuso, tanto mi preme.

giovedì 12 settembre 2013

La cara compagna


Non si è mai davvero soli
se il soffio dei pensieri
carezzando la mente
fruga e trova nell'anima
la tenerezza.
Lei avvince a sé, fa compagnia
nell'unica vera casa che hai.

Quegli strani sogni


Poter provare
anche una volta sola
l'emozione di un sogno
che sogna di te.

domenica 8 settembre 2013

All'ombra d'un querciolo



Disteso così sotto un querciolo
guardavo nubi bianche a frotte
andare verso oriente come sempre
venir dal mare là, da occidente
leste come per un appuntamento.
Appena il tempo di pensare altrove
lo sguardo torna e non le ritrovo
sono andate in volo oltre i monti
forse a far sognare un cielo pieno di sole
ad un uomo che sta sempre da solo.

Romantica




Se potessi avere un bacio
di quelli che rompono gli incantesimi
che fanno di una bestia
un uomo buono e pio
porterei un cero d'un quintale
a un Santuario
per chiedere di farmi incontrare
quella bocca.
Mi libererebbe
dal tristo pensiero che mi affligge
che non mi piace, ma
è sempre il mio pasto quotidiano.

L' 8 Settembre

Si tingeva questo giorno, perlopiù, di rosso
ch'è sempre stato del sangue il distintivo
finché il ricordo non l'anno rimosso
e di quel colore, ora c'è l'aperitivo.

Ma io l'ho visto quel rosso
su una camicia tutta strappata
sul petto d'uno secco come un osso
che a colpi di mitra l'anno inzuppata.

Forse sto campando troppo
ho in mente cose del secolo scorso
che mi fanno alla gola venire un groppo
senza che debba ascoltare alcun discorso.

Così in quasi solitudine m'appresto
al luogo dove tutti dovremo andare
prendo con me dei fiori, quasi un cesto
uno sul tumulo d'ogni caduto vo' posare.

C'è sempre una donna in nero
a quella tomba accanto, avrà la mia età
la trovo sempre lì, prega davvero
ha il viso smunto, pallido da far pietà.

Un giorno chiederò chi mai lei sia
anche se sento una qualche confidenza
dev'esser quella che si aggira nella stanza
quando la vita mi dà malinconia.


mercoledì 4 settembre 2013

Guardare non è vedere



Andare per vedere
non per guardare e basta
per questo è meglio partire
dalla cecità, dal nulla sapere
cosicché, aprendo gli occhi
ti apparirà l'infinito, l'immenso

mondo circostante.

martedì 3 settembre 2013

Il numero : "la forma più sintetica di espressione verbale"




Fu otto sette, senza chiedere                                    8/7
uno nove tre sei che venni al mondo                       1936
ma poteva essere sei tre nove uno                          6391
ugualmente bello
in qualsiasi altro tempo
in cui non nacqui o nascerei.
Ma zero ha più fascino, è                                           0
è nulla sapere, né più né meno
ché è senza misura
e non si può giudicare
come il sentimento d'amore.

Mi amo


Mi sono scritto
TI AMO
in caratteri grandi,
su un muro vecchio di cinta
di faccia a casa mia.
Non perché lo senta
è una vita che non me lo sento dire
ne sentivo il bisogno, nostalgia
e benché abusato, mantiene comunque
tutta la sua magia.

giovedì 29 agosto 2013

Dentro la botte di...


Non dirmi troppi no
ché mi consumi
basteranno pochi sì
per questa notte
quando lo scintillio
dei tuoi azzurri lumi
infrangerà la solitudine
che mi fa da botte.

Nell'abbraccio, come fosse l'ultimo



Nell'abbraccio, come fosse l'ultimo
sorride
delle mie nostalgiche esibizioni
di potenza
mentre con voce bassa ma accesa
elogio questa o quella
parte del suo corpo nudo:
mi accompagna col suo bacino
che si muove lento
come una guaina a ricevere la spada.

mercoledì 28 agosto 2013

Cancellature


Mi toccherà consegnarlo “in brutta”
questo mio compito di vita
tante, troppe cancellature dentro
neppure so quel che c'era sotto
perché passi per buono, il componimento.

Forse furono solo congetture
su quanto allor mi parve meglio
o pentimenti di quanto andavo a fare
che la realtà mi andava a contraddire
ma, ricordo, provavo uno sottile godimento.

Se era brezza, e mi pareva vento
mi chiudevo a riccio e mi tenevo dentro
ogni moto dell'anima, facendomi contento
trovando un compromesso, un baricentro
fugando ogni pensiero, ogni spavento.

Nel foglio stropicciato restano, qua e là
in scomposte righe, poche semplici parole
alle volte sottolineate in rosso oppure blu
che con fantasia potrebbero, messe in sequenza
essere lo schema d'una fattibile esistenza.

Non resta che buttare giù un testo ancora
ho tempo, non molto, prima che mi scocchi l'ora
Lei lo leggerà perbene da vera Signora e
semmai non dovessi conseguir l'abilitazione
poco importa, questa sarà stata l'ultima esperienza.

martedì 20 agosto 2013

Quel vestito blu, gessato


Conserva ancora il vestito blu, gessato
doppiopetto segnato in vita che, per anni
dalla sua gruccia nell'armadio
ha cercato, invano, di fargli compagnia.
L'altro ieri l'ha tirato giù
per fargli prender aria, come si dice
anche se non lo mette, ma intanto...
e rovesciando le tasche, così per fare
n'è uscito un foglietto accartocciato
come di un appunto da gettare via
come un indirizzo inutile, da scordare :
“Stazione Centrale – binario 7 – ore 11,00”
e se c'era dell'altro più non si legge.
Furono amanti incoscienti, come due falene
dalla passione per la luce attratte
per poi scoprire ch'era fiamma vera
bruciandosi l'ali bianche, tutte quante
prima che la candela fosse spenta.
Lo mise quella volta sola, una soltanto
quella che doveva esser più importante
per realizzare il desiderio suo di sempre
ch'ella dovesse essere al suo fianco.
Lei andò in tailleur grigio da viaggio
solo per dirgli che davvero andava via
via da lui, da loro...in monastero
senza spiegazione e a cuor sereno.
Almeno le avesse raccontato una bugia.

venerdì 16 agosto 2013

L'insopprimibile bisogno di


Se le carezze dell'infanzia
mi avessero fatto il bene che dicevano
non sarei scivolato, risucchiato nel domani
illusorio e ladro a cercare altre carezze
perché quelle non davano piacere
piacere vero, duraturo.
Sono le ferite, profonde sanguinanti
che insegnano più realtà che fantasia
il dolore della consapevolezza a dare
la contentezza, la gioia della conoscenza.
Ma così, forse, non potrai essere felice.

mercoledì 14 agosto 2013

E poiché l'alba


E poiché l'alba
accende sempre il giorno
attendi l'ora.
Poi, un fiore s'aprirà
animato dalla luce
in un progetto di vita
inconsapevole.
A te possono dare dolore
graffi d'amore
dalle parti del cuore.
Si chiude la corolla
quando il sole tramonta
avrai tempo per te
almeno la notte
attendere nel cielo, una nuvola
farsi immagine incantevole.

lunedì 12 agosto 2013

Summer time (haiku/senryu)


fluttuare d'ali
il ventaglio di seta
calma l'estate


di lampi e schianti
poi l'uragano passa e
s'acquieta il vento

domenica 11 agosto 2013

Di anno in anno ti ferisci il cuore



S'annacquerà l'estate
di scrosci, di fragorosi temporali
salirà l'odore di polvere, stantio
nel ticchettio ovattato
di poche prime sparse gocce
dalla strada sudicia, infocata.
E sarà un segnale, come d'addio
si rompe l'incantesimo che porta
ogni anno, al mare o alla campagna
a rifocillare i sensi, la mente, l'anima
e ogni anno cambiando la compagna.
E ripensi a quella dell'altr'anno
quando il letto di piume che speravi
dopo l'allegria del momenti nuovi
s'era fatto di chiodi aguzzi sterminati
e capisti non esser così che tu volavi.
Fu inutile cercare di trovarlo, così
rimandasti a quest'anno la speranza
di scoprire il viso che ti dicesse amore.
Battono l'ultime ore alla scadenza
sei ancora qui e aspetti l'arrivare
di chi in cielo ti farà librare.
Arriverà magari quet'altr'anno
del quale non sai neppur l'albore
oppure non sarà ancora ché, forse
con l'unghie sporche, oramai da tanto
ti sei graffiato il cuore.

giovedì 8 agosto 2013

Si potrebbe ridere di sé


Mi vesto sempre bene
metto il meglio che ho
come dovessi andare in scena
oppure partire, invece non ho
che da aspettare...aspettare...e se
ormai da tanto non cerco compagnia
da tanto avvicino gente
senza far rumore
spero succeda qualcosa, una magia
e che non sia soltanto fantasia.

martedì 6 agosto 2013

Loro sono stranieri & io non sono razzista


Posto che son tra quelli
che importerei cervelli
esporterei i cretini
ne abbiamo tanti e belli.
Che non amo i tedeschi
non ho passione per i teschi
perché son troppo bravi
a farci tutti schiavi.
È ingiusto sempre dargli colpe
in quanto c'illudiamo d'esser volpe
mangiamo l'agnello pria che nasca
e il denaro altrui ci piova in tasca.
Oh sì! Lo straniero ci sporca la via
andrebbe scelto bene e preso a trance
spremuto come fossero le arance
e appena usato rimandarlo via.
Intanto e quel che dico non lo invento
arricchiscono le casse allo scontento
che può mandare l'imbecille a scuola
e blaterar che ci rovinano lo consola.

lunedì 5 agosto 2013

Tossicodipendenze


La speranza di futuro
è “roba” che si fuma
in compagnia.
La malinconia, è coca
dà saliva bruna
che i derelitti sputano:
gesto scaramantico per cacciare;
di getto, con lo schiocco
il sapore di péne da scordare.
Mentre si sta lì
a stordire col rimuginìo
ogni malia
contandosi le dita ad una ad una
come tentacoli stranieri
della propria vita
sebbene quella, nei calli nelle crepe
ormai sia, per sempre, stata incisa.

mercoledì 31 luglio 2013

La porta del paradiso in terra


Forse dovrò pregarti più d'un anno
perché tu perdoni il mio delitto
ho perso tutto a un tratto il mio intelletto
e son caduto dritto e nudo nel suo letto.
Amore...
aveva la pelle bianca come un giglio
il collo lungo che ricorda un cigno
attirava baci come le mosche il miele.
I seni pari a coppe eleganti da champagne
il pube riccioluto di Venere stendardo
e tra le cosce lunghe lisce sode
scolpite da un dio minore lì al Forte (*)
c'era del paradiso
                                 la più invitante delle porte.

* Forte dei Marmi.

martedì 30 luglio 2013

Non avessi le sue labbra


Quando sto sui gomiti
e mi lascio annegare dai ricordi
scordo perfino le sue labbra.
Mi prende un languore noto
di quando mi pareva bello
guardare dentro scatole vuote
che contenevano ancora
scatole disperatamente vuote.
Ma arrivo qui, sempre qui
scavalcandole, e nella quiete
baciare a lungo le sue labbra.

lunedì 29 luglio 2013

Io sono di sinistra



Da millenni è messo lì, a sinistra
tutto il male dell'anima e del mondo
così il diavolo, il fato malvagio, l'ira
le disgrazie, tutte le infermità del corpo
e del cervello, quasi ci fosse un disegno
per spaccare in due, l'uomo e l'universo.
Ci hanno compreso chi non ha le ali
esser di sinistra è stato fatto volgare
lo “erano” braccianti, servi e manovali
ignari del valore dell'oro e...dei salari.
Facile farsi sinistra ai più degli operai
fu lotta per qualche libertà, come gli orari
e quelli che stavano a dritta a biasimare
capacità e ingegno accreditando mai
col dire “non ci fosse il ricco lo vedrai
cosa porterai a casa da mangiare”.
Stenta a morire questa idea del firmamento
: la destra legittimità, la sinistra prepotenza
se ricco sei, Dio t'avrà amato se povero, dannato.
Eppure sta a sinistra il più nobile degli organi
pompa la vita col sangue sin nell'alte sfere
è l'anima, di colore rosso, come le sue bandiere.

domenica 28 luglio 2013

"Elegant" gigolò



Nuda, scomposta ad arte
tra lenzuola sudate stropicciate
abbandonata come libera d'un peso
come non avesse pensato altro finora
si scosta di quel tanto, quasi un braccio
e pigramente dice :
è un governo scellerato
alza l'imposta sul fumo e sul fumato;
non c'è uno spettacolo decente
nell'intero Stato e ... gli venga un accidente!
il ghiaccio del drink, s'è già squagliato.
M'alzo, m'infilo le calze e le mutande
prima si renda conto prendo il largo
attraverso senza scarpe l'altre stanze.
Fortuna che il conto della suite
l'aveva già pagato, col contante.

La smania & dolce voglia


Quando m'assale
la smania & dolce voglia
di stringerti a me e di toccarti
s'asciuga la bocca, la lingua
e per baciarti
devo umettar le labbra
coi tuoi baci.
Sai quando lo voglio
dal quel respiro forte
dalle pupille che si fanno braci;
stai lì, sorridi divertita
e dicendo assai di più, taci.
Passi le dita sulla pelle nuda
quasi esibissi la migliore seta
ammicchi, di sottecchi lanci occhiate
al sesso, come carezze d'amor sempre fugaci;
non sollecitano, dicono dolcemente
perché mai parlare (?) :
aspetto...è sempre così che tu mi piaci.


venerdì 26 luglio 2013

Vecchia cara inquietudine


Se non c'è nulla
oltre quella porta
come credo
a che sarà valso
vivere sempre
con tanto scoramento.
Meglio sarebbe stato
godersi tutto il di qua che c'era
senza ritegno
soddisfacendo sensi, cuore, ingegno
pascere l'anima di poesia
ché non aspetta altrove
nessun regno.

martedì 23 luglio 2013

Tutti i perchè di cui non sai



Nel continuo stupore
d'essere ancora qui
con un mare di sogni da realizzare
mi disillude solo il tempo
                         ché non vuol passare
                           ché non vuol lasciarmi andare
                             ché l'amore non mi da più alla testa
                               ché son troppe le notti dei perché
                                ché sono stanco di vegliare
                                  ché non ho più la stessa voglia di aspettare.

domenica 21 luglio 2013

Colei che sempre aspetta


Forse capiterà
ci tocchi d'andar via
da soli
ma è così che siam venuti
bene accolti di sicuro
ma spaventati a morte
da colei che sempre aspetta
si ritorni.

Memorie di campagna


Sapessi quante volte a sera
quando ancora rare lucciole
rendono fatato il grano
t'assale lenta dolce nostalgia
d'un paesaggio fattosi lontano
ricco di suoni e odori di nostrano.

lunedì 15 luglio 2013

Incontri maledetti


Erano punti di domanda
quelli che avevi negli occhi lustri
ed io non ho risposto
che un sommesso, incerto ma...
Tu, tirando su per le cosce
quel pizzo ecrù:
...allora perché è stato tanto bello?
I nostri son momenti lunghi
quasi eterni
che ogni volta
s'interrompono d'inferno.

venerdì 12 luglio 2013

Sempre solo da solo


È l'esser così solo
che rende bellissima la solitudine.
Sentire la mancanza
e la voglia di tutti
affina i sensi, lava l'anima
da necessari compromessi di facciata
e fa volar libero d'esser come sei
incurante di come ti vorrebbero
quelli che dicono di amarti.

mercoledì 10 luglio 2013

Un bel niente


Quando un bel niente t'avvolge
in tessuto di lino come pelle d'uovo
puoi andare con la mente dove vuoi
sui prati sempre verdi dell'infanzia
sulle pietrose accidentate rive puberali
tra i rovi delle scelte esistenziali o
immaginare il resto del cammino
fino all'ultima porta lì davanti.
Allungare la mano verso la maniglia
aspettare il coraggio per aprirla
per timore di veder oltre la soglia
probabile o improbabile meraviglia.

Gli indifferenti


M'è sempre piaciuto pensare che il Papa Cattolico avesse carisma sufficiente, in quanto capo della chiesa che conta più fedeli sul pianeta, per impedire o fermare un conflitto tra uomini. Ma, nella storia, gran sacerdoti, papi, pope, rabbini e loro religioni non hanno mai fermato una guerra, spesso le hanno fatte scatenare e le scatenano, nel migliore dei casi vedute e vedono scorrere dai colonnati dei loro templi. Un semplice uomo, fermamente convinto della filosofia della “non violenza”, impedì una rivoluzione anticolonialistica porgendo, lui sì, mille guance agli schiaffi degli oppressori del suo popolo (Mahatma Gandhi) e non era un religioso.
Questo Papa, Francesco, si sta “sporcando” le mani con la miseria, con la diversità, con l'altruismo, cercando di riallacciare il senso dell'antica parola e la vita moderna che l'ha dimenticata. Senza codazzi di porporati o duchi è andato a lavare i piedi dei migranti, a celebrare la morte di quelli scomparsi nel tentativo.
Ci ha chiamato indifferenti che per un cristiano è peccato esiziale, più che matricida, la negazione stessa dell'assunto contenuto nel Vangelo. E i destinatari di quella parola, che la praticano, plaudono alla sferzata, annuiscono e, credo, pensino già che anche questo passerà.
E le puntualizzazioni, da parte degli atei devoti, quelli che portano il santino nel portafogli, che hanno una foto del Papa in salotto o nello studio, che si sono sbracciati nella “difesa della intangibilità della vita”, della famiglia tradizionale, nella denuncia della deriva morale, che non sono praticanti ma fedelissimi al culto che è commedia, mera pratica labiale, hanno già detto che gli interessi dello Stato (credo intendano il nostro), sono altri e diversi dalla carità cristiana.

lunedì 8 luglio 2013

Come una camicia a fiori


Quando smetterai
d'indossare la tua tenerezza
come fosse un capo d'intimo firmato
ma la poeterai facile, mostrandola
come una camicia a fiori brasiliana
sentirai d'essere pronto
per quel cammino via lontano
e sarai libero dal pensare
non sia mai l'ora giusta per volare.

mercoledì 3 luglio 2013

Il profumo del pane


Sulla scia d'un odore
che attraversa il mare
s'imbarcano ciechi
e non sanno nuotare.
Dev'esserci un posto
dove approdare facilmente
senza farsi contare tutti i denti
dove portare i bisogni da sfamare
senza raccontare tristi precedenti.
Sembrano aver un mito da realizzare
un modo nuovo di vivere da imparare
via da quel posto di rovi che abitavano
non sia un recinto che presto disincanta
o solo vana libertà di asciugare un pianto.

martedì 2 luglio 2013

Gli occhi - haiku / Si poserà la polvere

*
timidamente
gli occhi affondano mesti
nelle lacrime


*

Si poserà la polvere
di questo passato consumato
a coprire un canto inascoltato.
Sarà cielo pulito l'orizzonte
con poche cose che non ho scordato
andrò cercandomi dove non son stato.


lunedì 1 luglio 2013

L'uccise a cuore caldo




- Tre pacchetti di Camel, prego e...
- Lei dice, voi dite, che succede ogni nove mesi, il ventottesimo giorno, vero?
- Senza meno, sempre e non lo vede chi non lo può vedere.
Risposta enigmatica, specialmente proferita con tanta determinazione.
Poteva essere una psicosi, quella del periodo, così inevitabilmente legato a quello della gravidanza/fertilità umana ma quelli che ne parlavano, lo confermavano.
Si appostò nel luogo indicato come più idoneo, conquistato per tempo, con un'attrezzatura di tutto rispetto: vari enormi obbiettivi a infrarossi, esposimetri e altro. La luna era all'ultimo quarto, il masso che emergeva dall'acqua del lago, luccicava; intorno un silenzio inquietante. Teneva l'occhio fisso sull'obbiettivo, riposandolo brevemente di tanto in tanto. L'acqua fu smossa: uno sciabordio leggerissimo, come solcata dalla pinna di un pesce o dal nuoto di un uccello acquatico. Puntò la macchina, dette un occhiata, e...click click click su una figurina femminile, capelli lunghissimi bagnati appiccicati al corpo. Si solleva e va a sedersi sul masso, guardando verso il largo. L'acqua gocciolando dal corpo tintinna, accompagna un nuovo sciabordio che attira l'attenzione del fotografo. Una figura maschile si erge dal pelo dell'acqua e senz'altro va ad accomodarsi sul masso accanto alla fanciulla. Si abbracciano, lei apre le braccia, le cosce e lui la copre col suo corpo. Non un suono, un sussurro, si avvinghiano, si prendono. All'improvviso uno sciabordio potente, come uno scroscio. Qualcosa di pesante, come un grosso animale, doveva galoppare nell'acqua bassa verso il masso, dalla riva. Invece una figura umana, enorme, che brandisce un forcone, corre decisamente verso i due abbracciati. Il giovane si ritrae e sparisce tra i flutti, lei abbandonata, rimane immobile, subisce l'attacco. Il tridente si pianta in mezzo al petto, senza spargere sangue. Non un lamento, un gemito e...tutto scompare.
E' la storia di Berenice, il paggio Lieto e suo marito Lupo Guelfo, nel lago della Duchessa.
E neppure un fotogramma impressionato.

lunedì 24 giugno 2013

Andata altrove sposa


Ho trovato mille scuse
per far quel che volevo
di belle ne ho rinchiuse
le altre le perdevo.
Soltanto una cosa
è stata davvero buona
presi tra tante una bella rosa
la gettai ai piedi di lei
che se ne andava sposa.

sabato 22 giugno 2013

Un pianto ormai senza ragione


Quando un giorno spiumato
si appollaia mesto sulla sera
a rassettare il senso delle ore passate
s'insinua lenta una malinconia
che stringe il petto
quasi volesse frenare
i residui battiti del cuore.
Preme le palpebre sulle ciglia
ad impedire tracimar di lacrime
quelle di un vecchio pianto
oramai senza ragione.

giovedì 20 giugno 2013

Chi dipinge Primavera


Apparecchia d'intorno la natura
quasi un disegno, come una regia
a farci il conto non trovi la misura
un servizio regale di argenteria.

Come il tulle fa gentil la sposa
la mignola infiora rami dell'olivo
sui tanti frutti la speranza posa
tutto il creato s'è rifatto vivo.

Il papavero ha un colore bello
i petali ali di farfalle rosse
sbuca dal verde su quel gambo snello.

S'affaccia tra le messi e nelle fosse
ondeggia sfida il viola ad esser bello
così il quadro intero prese le mosse.

lunedì 17 giugno 2013

Una speranza impossibile


Oh poter essere
riempiti di passione
ancora
quando la spinta
che t'ha condotto qui
sta consumandosi
senza combinare nulla
nulla che somigli ad
un valore.
Avere un'altra occasione
per essere diverso, migliore
poter mostrarne la passione.
Ma aleggia questo grido
nel deserto
dove nessuno può ascoltare
questa fantastica preghiera
si resterà come sempre soli
e la speranza impossibile
come una chimera.

venerdì 14 giugno 2013

Libero dal collare


Quando la fine verrà
a togliermi questo collare
e potrò correre libero
nei pascoli del cielo
spero si avveri la speranza
di trovare credibile la pace
chimera sempre compagna
da quando per destino
ho preso a scalar
la mia montagna.

giovedì 13 giugno 2013

Cani da pagliaio


I cani da pagliaio
sempre hanno un padrone
abbaiano al poveraccio
e allo straccione
ma sanno o l'hanno intuito
chi in palandrana fine
viene nell'aia
è ospite distinto assai gradito.
Costui masticherà solo baiocchi
ch'è il piatto più gradito
sottovoce ed a quattr'occhi
per sempre, all'infinito
cercando di trovare
fingendosi perbene
qualcuno o cosa possano fregare.
Il randagio che libero latri
ammiccando a qualche tresca
viene taciuto con grande solerzia
ché ti meravigli, ingenuo
il mondo è da sempre questa roba
nuota chi sa, chi non sa affoga.

martedì 11 giugno 2013

Eolica


Hanno crocefisso il vento
su in collina
con quelle pale enormi
a braccia aperte.
Rompono voli
disperdono gli stormi
svettano torri lucenti
tra il verde cupo delle fronde.

domenica 9 giugno 2013

L'ilva non salva


Hanno piantato croci
dov'erano vigne e ulivi
su quel terreno grande
vista mare.
Ci han messo mano in tanti
gente insigne ritenuta ammodo
che c'ha piantato alberi d'acciaio
una selva di camini giganteschi
che mandano vapori roventi fino al cielo
per condurci gente a lavorare.
Da lì si spargono miasmi
su ogni cosa
i fumi le polveri rosse
vanno dalle finestre dai balconi
a consumare i fiati
dentro casa.
Bagnare le zolle di sudore
era cosa dura, ogni speranza
alla stagione appesa, poi
col giorno fatto più breve
la mercede si fece sicura
prese a scorrere una vita
più facile e agghindata:
qualcuno poi s'accorge
che non dura.

Campanili minareti guglie




Alle volte
fa giorno troppo presto.
Costruisco
campanili, minareti, guglie
che svettano nel cielo
sopra cattedrali di marmo
e materiali preziosi luccicanti.
Appena mi sveglio
svaniscono.

giovedì 6 giugno 2013

Tutto il moderno che c'è


Tra erbacce e ortiche fuori mano
lungo il muro in pietra grezza
d'una vetusta casa del contado
un vecchio aratro col vomere a pala
fuori uso da tempo, abbandonato
era quasi il teste di quanta fatica vera
c'era una volta in quella vita austera.
Il ferro arrugginito, la stegola imporrita
che incuriosiva i più tanto era alieno
obsoleto e oramai solo ingombrante
aspettava uno straccivendolo ambulante.
Qualcuno di memoria lunga lo vide e
ora, ripulito e illuminato, è insegna
d'un tipico molto rinomato ristorante.

sabato 1 giugno 2013

Le mia canzone...in foglie



Leggo sempre più di rado la poesia
solo qualcuna che mi si conficca
né amo, eziandìo, quelle che scrivo
talché non so mai dire, perché lo faccia.
Sarà per via che come l'albero vecchio
ancor armato dai tanti torti rami
abbisogna per campare del fogliame
che del bisogno d'ossigeno lo sfami
per me sono i versi pane per la mente
cibano, dissetano, l'anima soddisfano
seppure saranno parole scritte nel vento
m'alleviano del peso sempre dentro
d'essere qui piuttosto inutilmente.
Un ciclo languido, passano d'anno in anno
assolvendo così la lor funzione
rendere i giorni meno tristi, senza danno.
Le scordo ingiallire, ormai senza emozione
ad altri forse diranno, qualche mia canzone.

giovedì 30 maggio 2013

Temporale d'un'acerba estate


Da dense nubi cupe
che si sono fatte cappa
scaglia con fragore
lancinanti lampi, il cielo
tra rochi commenti di livore.
Lo scroscio irrompe
come una tristezza forte, di rabbia
s'accostano d'istinto gli uomini
così come le bestie
nella stessa gabbia.
Scende una pioggia fitta
giù dai coppi in gronda
rumoreggia a cascata nella latta
scorre nel fosso va e affonda.
D'improvviso un frusciar dei rami
uno scuotere violento delle foglie
una folata di vento a piene mani
la volta in un momento, spazza
è chiaro di nuovo e ancora
il luccichio d'intorno pare guazza.

mercoledì 29 maggio 2013

Abbracciati...


Non mi basta più
rapirti con gli occhi
più non mi basta
un rapido bacio
non solo una carezza furtiva
un contatto in fretta rubato.
Voglio ancora il calore del corpo
che per un momento m'hai dato
un lampo di passione più viva
quel complice anelito cercato.

lunedì 27 maggio 2013

Che sarà vivere


Non c'è merito
ad avere sogni, nella vita
sono misteri come
nascere, crescere, diventare
in un disegno
che non t'hanno detto.
Nel frattempo, aspettare
che le stelle si allineino
nel tuo universo
disegnando qualcosa
che riconoscerai.

venerdì 24 maggio 2013

Allora ammazzami, se non m'ami più



Lo dicevo per provocazione
sperando d'intenerirlo, il deficiente
quella era più un'imprecazione
invece l'ha fatto davvero, tra la gente.
Sì, ho sbagliato a prenderlo sul fatto
erano a casa di lei, con che diritto
ho scavalcato il balcone di soppiatto
e l'ho trovato nudo, così era fritto.
N'è uscita una caciara che non dico
tutta la gente fuor dal caseggiato
menava come un pazzo indemoniato
hai voglia far vedere che io non litigo.
“Vattene che non t'amo” mi urlava in faccia
ed io a lui “ Non ci credo, torna a casa, ora”
“Non mi piaci più, sei pure 'na donnaccia”
“Non m'importa, lo so, tu m'ami ancora”.
Forse non era vero. È vero sol che l'amo
ma non serve oramai, ho perso tutto
più è rovescia la vita più la vogliamo
triste il mio bambino ch'è già in lutto.

mercoledì 22 maggio 2013

La lunga attesa


Mi sveglio d'un balzo
spaurito d'essere
all'improvviso
totalmente sordo
perché non mi sento.
Dove le parole dolci
al sapor di labbra
dove le carezze
di piume morbide al mattino
dove il calore
d'un corpo glabro profumato.
Non sento
brancolo con le mani nel buio
delle mie notti solitarie
cercando lì accanto
una presenza semplice
il cui respiro calmo
vinca l'oscurità di questa notte
ch'è sempre più un'attesa
interminabilmente lunga.

Sola_mente



Strugge il moccolo
e la fiammella gialla affoga
nella cera liquefatta:
disegna nuvole lattiginose
sul vecchio tavolo scuro.
Da fuori, la sera
t'appende brividi
alle spalle curve, ai fianchi
e, i pensieri, si perdono
negli ocelli fissi d'olio
della minestra fredda
che hai davanti.

lunedì 20 maggio 2013

Un nodo mai sciolto



Mi sciolsi da suo stretto abbraccio
quando cavalli bizzosi nella mente
presero a corrermi dentro insistenti
per praterie e aride distese d'orizzonte
su campi roridi luccicanti di rugiada
ma sempre sentii, seppur leggera
la sua mano al morso ben appesa
domare i più esaltanti slanci di quell'era.
Forse fu quello a frenare il mio ardire
o fu la mia timida indole irrisolta
a spaurirmi di fronte alla chimera
che m'induceva sempre alla rivolta
a struggermi nel dubbio da mattina a sera.
Ancor senza certezze passo i giorni
quell'abbraccio ha più il calor del sogno
ora cerco di quei momenti fare ingegno.

mercoledì 15 maggio 2013

Epitaffio sconcio


Sono tra femmine cosce
e all'apice dei seni
intorno e in mezzo ai glutei
i fiori carnali che vorrei
per addobbarmi il feretro
quando verrà il momento.
Non c'è niente al mondo
che sia più eccitante ricordare
di quei ritagli di vita
che m'han saputo dare.
E se par cosa folle impudica
desiderar tal veste guscio o lorica
che importi poco o molto
vorrei si sapesse e dica
amò tanto le donne
anima mente e corpo
raggiungendole dov'erano
passando per la fi_ca.


Panorami



L'umida notte fa nascere

coltri d'ovatta candida

in mezzo alle colline.

Il sole ch'è goloso

della fresca rugiada la mattina

di caldi raggi la confonde

facendola salire a sé.

Si fa più chiaro l'orizzonte

ne lascia parte che si posa

da far brillante l'erba

e gocciolar le fronde.

Passar giorni




Distrattamente ascolto
il passare dei giorni
che silenziosi scorticano
i desideri e i sogni
accarezzati un tempo.
Non fanno più eco
quelli già trascorsi
quelli di ieri sbiadiscono
nel cuore e nella mente.
S'attarda solo la voglia
che il sole si prenda
di nuovo la sua sera
e la tenera notte t'avvolga
in un'ultima imperdibile chimera.

venerdì 10 maggio 2013

Sempre più s'allontana, forse


A centonove anni, vedrò Pietro

quello San, gli altri sono alieni.

Mi dirà: “T'aspettavo prima

che t'eri messo in testa di venire.”

Sai, gli rispondo, quelli m'han trattenuto

che oggigiorno non c'è vera scadenza

ci sono mezzi per rimandare il tutto

conviene ai più, nessuno si lamenta

e i parenti procrastinano il lutto.

“Sei stato superbo, avevi da lasciar fare

perché tutto secondo natura era fissato

non è stata meglio vita, soltanto rimandare.”

M'hanno convinto, ch'è limite non vero

se hai raggiunto una buona pensione

la tua casa è comoda accogliente

oramai dice così tutta la gente.

Durare di più e ad ogni costo pare

con farmaci ad oc intimar di vivere

via la sofferenza e del meglio profittare

fin d'un possibile desiderio erotico sognare

e soddisfarlo un supplizio da pagare.

Certo che lo vedevo, tutto intorno

tanti davvero, vivi, tutti quanti

con gambe trascinate, braccia cadenti

sguardi inebetiti, bocche sbavanti

insufflati di cose chimiche, eccitanti

per mano o spinti da tipi strani, non parenti.

“La morte come la vita è sempre sacra

a nessuno è lecito porvene rimedio

quando viene il tuo tempo, senza assedio

abbandonati e non chiamare la salvezza

che se l'hai guadagnata, ella ti viene.”

Ma “Io voglio sapere, non credere...”

e accettai nella speranza di scoprire

se la vita è quell'assurdo che m'appare

col tutto e nulla da dover sopportare

o c'era qualcosa ancora da aspettare.

Ma è ben vero, Tu hai ragione

ho avuto un corpo estraneo appariscente

senza una risposta, in ver, soddisfacente.

lunedì 6 maggio 2013

Eburnea



S'illumina la sua pelle, con poca luce

come l'alabastro pare opalescente

percorsa di bluette in segni minimi

in posti reconditi erotici, dolcemente.

Ha gli anni d'una venere sempiterna

dagli occhi azzurri sgorga una luce

morbida flebile ma calda, di lanterna

porge un sorriso mesto che m'induce

a giacermi secolei, ch'è in controluce.

Le dita, le labbra prendono ragione

come su un'arpa scivolano voluttuose

le mie incrociano le sue, è pura libagione

se ci fu istintivo pudore, ciascun l'ascose.

Tutto ti prende e ti dà, non chiede sconti

scioglie i capelli e la forza che ha nei lombi

ci puoi godere cento albe e lor tramonti

brulica l'epidermide, è un volo di colombi.

Esser pago



Vorrei perdere me

prima di perderti

ora che di nuovo vivo

dacché posso averti.

Anche fosse solo un sogno

non vorrò svegliarmi;

venderò tutta la realtà

per questa illusione

d'esser pago

tra le tue braccia.

sabato 27 aprile 2013

Improbabile erastés




Vivo giorni in cui il fuoco ardente

d'un epico erastés mi prende

e mi appresto alla mia amata

con la vivezza ch'ebbi in altri tempi.

Cosicché mi sorride compiaciuta

io la prendo e gaio amor ci unisce

spengo dentro lei tutto il tormento

di essere ancora qui, senza scampo.

giovedì 25 aprile 2013

Il vento dell'essere




Il vento va, senza curarsi

delle fronde squassate

coriandoli vegetali alla rinfusa

né delle canne prone

saggiamente sommesse

il tempo necessario alla tempesta

che indugia, ma deve pur passare.

Ma i miei mulini a vento

restano fermi là nel deserto

della mia coscienza sopita.

Attendono aliti che forse mai verranno

perché la realtà mi è contraria

mi necessità vitale l'illusione

d'un mondo ideale possibile.

venerdì 12 aprile 2013

L'accattone a piè del muro


Il suo posto era lì, da anni, a piè del muro
di quel palazzo più là della sua chiesa
in ogni stagione col paltò, d'equivoco blu scuro
sul tragitto delle donne che avevano la spesa.

L'espressione triste degli occhi ti colpiva
il bulbo arrossato, venato, di gente ch'era aliena
pareva avesse pianto ma nessuno lo chiedeva
noi siamo abituati, per storia, ad aver pena.

Verrebbe da dire di fare miglior uso
dei sentimenti che c'albergano con lena
gelosi, egoistici li teniamo lì nel chiuso
lasciando che il dolor ci sfiori appena.

M'han detto che da giorni più non c'era
poi una pia donna ce lo raccontava
che sabato, prima della messa della sera
qualcuno si era accorto che piangeva.

Disteso a terra, come sempre, se ne stava
il braccio aperto, la mano a questuare
vuol centrare il palmo, chi un soldo gli buttava
senza interrompere il verbo e camminare.

A vedere quelle monete sparse sulla mano
quegli occhi vitrei che guardavano lontano
chiesero ad un passante con un bel pastrano
“Veda Dottore, è rigido, non le pare strano?”

A dita unite gli tastò la gola e con sconforto
scosse la testa, mentre spiegava all'altro cellulare
chiese d'intorno a tutti, nessuno volle parlare
e disse serio, “Nessun lo tocchi, oramai è morto”.






mercoledì 10 aprile 2013

Pensieri dall'ombra



Strappo ogni pensiero dall'anima

come la luce il Merisi fa dall'ombra

scavando nel buio del tempo passato

il pozzo segreto per non ricordare.

E quando chiaro alla luce appare

sembra un sogno etereo trasparente

non fa più il male che faceva allora

si spande lentamente qui nel giorno

dove l'occhio è ormai da tanto prosciugato

vedo i contorni nella mente sfumare

posso guardarlo sereno, finalmente.


domenica 7 aprile 2013

Il buio che m'aspetta


Vengono certe sere, stanche

piene di mancanze

come vecchie finestre senza lastre

da dove entra un vento freddo e forte

come una voglia rabbiosa d'esser triste.

Cerchi nei cassetti dei ricordi

se mai ci fosse rimasta una presenza

chiamarla, dirle solo - come stai

belli quei tempi che con te passai.

Ha gli occhi vuoti, lì piantati in viso

un colore smorto, d'acquarello

si volta, parla d'altro all'improvviso

frangono frasi morte col pestello.

Quest'altra, era tanto bello allora

con lei presi a volar nei sogni ed ero bravo

poi ci portai chiunque conoscevo

un giorno, un mese o solo qualche ora

pareva non essere importante

era la vita ch'era appassionante.

Sorride, mentre aspira dalla sigaretta

lascia che parli a lungo, un soliloquio

forse non ascolta neppure, ha già fretta

tira la tenda, spegne la luce, fa buio

anche da me, tanto m'aspetta.

sabato 30 marzo 2013

La Storia è rivolta




La Storia, quando

a tanti o pochi convenga

stratifica nel tempo, si fa pietra

rigida e dura, oppressiva volta

contro la quale sorgeranno ingegni

a stimolar pensieri d'una svolta.

Non saranno ne furono giammai

soltanto questi frutti d'intelletto

a liberar dal giogo e patimenti

robusta, decisa mano, ogni volta

serva prenda governo

così che la rivolta.




mercoledì 27 marzo 2013

Come di notte la rugiada




Delicatamente, ogni sera

vorrei spogliarti

come la brezza spoglia dei petali

i rami del ciliegio a primavera.

E il tuo corpo nudo, liscio come giada

ricoprire con carezze della bocca

come fa di notte la rugiada.

lunedì 25 marzo 2013

Linee lunghe e brevi della mano




Dice si abbia, nelle linee lunghe o brevi della mano
le tracce figlie dell'essere quello che sarai
uniche, o quasi, incisioni permanenti dal principio
che si riempiranno di quello che per esistere farai.
Pare sia scritto tutto della vita, ma non lo credo
la fortuna, la ricchezza e l'amore che non sai
le strade lunghe dure lì davanti come corredo
ma che con buona lena, da probo affronterai.
Vocaboli obsoleti come le voci dei tarocchi
che l'astruso legge alla festa del raccolto
favole agghindate, belle se l'annata è buona
ogni bene t'aspetti, ogni augurio è bene accolto
e l'animo in pace, non schiavo di Mammona.
Eppure c'è dell'altro che nessuno dice
ma che verrà lo stesso senza alcun invito
turbe dell'anima, tempesta, che non si predice
che matura lenta o vien di primo acchito.
E scopri com'è sempre fragile speranza
che tutto s'acconci alla meglio esistenza
spesso è tutto racchiuso in una stanza
poche cose piantate nel cuore dall'adolescenza
e il tempo, ignaro di noi, le lascia bruciare
perché non può sapere, perché non ha clemenza.

mercoledì 20 marzo 2013

Almeno fosse un cerchio, un girotondo


Alla fine del giro della vita

nell'ora che ebbero anche loro

vorrei ritrovarli come fossero vivi

al tempo che fu di loro migliore

nello splendore pubere della gioia

come so soltanto dalle fotografie

quando fantasticavano d'inventare

quella che sarebbe stata la mia storia.

Per parlarne, di come è andata davvero

come e quando quello che mi dettero

lo misi a frutto e quanto m'è costato.

Dirgli di quanto è stato tutto vero

quanto duro per quella via camminare

che onestamente m'avevano avvisato.

Che ho dubitato, spesso deviato

costruito e distrutto, un poco raccattato

chiedergli perdono, che non era parodia

ch'io credessi, spesso, d'essere inadatto

per un difetto di marchio, di casato e

non responsabilità soltanto mia.

Trovare insieme a loro la pace dell'addio

farmi prendere per mano come allora

riunendoci nella serenità che da l'oblio

di quanto fu, è stato, sarà ancora.

lunedì 18 marzo 2013

Quello che basta



Alle volte basta una certa Lei

per riempire le notti e i giorni

una estrosa, bizzosa, irrequieta

e sommessa, materna, generosa

e sensuale, esigente, meretrice.

Ai suoi piedi accendere candele profumate

addosso spargerle petali di giardino

carezzarle con le dita le labbra vellutate

appena posa il libro di poesie

che ha soavemente declamate.

domenica 17 marzo 2013

Quando sfioro lieve


Quando sfioro lieve il tuo piacere

e m'attardo con la bocca sulla gola

sento il tuo bacino sistemarsi

le cosce aprirsi come petali carnosi

allo spuntar del sole con l'aurora.

È lo stesso messaggio che t'accoglie

i sensi di entrambi prendono governo

il corpo sulla psiche il sopravvento

l'ansimo nuove ritmico lo sterno

il pensiero vola verso il godimento.

Chissà dove hanno messo il paradiso


Chi di voi ha visto un paradiso
avrà certo notato che non c'ero
è dall'infanzia che ne cerco il viso
qualcosa altrove e senza cimitero.

Ognuno racconta sempre il suo
con le cose precise a proprio gusto
pare un girovagare il bello e innocuo
ma sempre c'è d'amaro un retrogusto.

Non può esser qui e ora il dio assiso
che fa felici tutti alla richiesta
oppure siamo ingenui, bugiardi d'improvviso
incapaci d'uscire fuori di foresta.

E' una speranza avita esser felici
si nasce con fatica ed imprevisti
tutti di bella voglia fanno auspici
ma non avrai nulla se non t'accanisti.

È quel confine che distingui appena
che separa il buono dal cattivo
può dividere il sogno dalla realtà
superarlo avrà conseguenze sin da vivo
vivere questa o aspettar l'ultraterrena.

mercoledì 13 marzo 2013

Un'emozione ancora


Ho ricordi di momenti antichi

quando volevo strappare

ad ogni cosa le radici.

Scordare, per non sentire niente

stendermi sul tappeto della vita

aspettare il limite, consapevolmente

credendo mi fosse già sfuggita.

Poi accade, lentamente

che una voce, uno sguardo

prendono governo della mente

ed ogni pensiero presto si fa dardo

c'è un vento fresco, nuovo, prevalente.

Un profumo noto, d'altra stagione

dapprima non lo credi

lo tieni a distanza per fartene ragione

finché lasci che i palpiti diventino aedi

apri le braccia ed è, nuova emozione.


martedì 12 marzo 2013

Quando...




Quando si chiudono gli occhi

e i palpiti rimbombano

dal petto che si fa conchiglia

si dissolve in un fremito carnale

ogni remora. Si sciogliono

i lacci della mente, dissoluti pensieri

tracciano percorsi oltre i sudati corpi

oltre ogni libidine, oltre le stelle.


lunedì 11 marzo 2013

Se quello muove il sole...




Ridete, ridete pure
di questa emozione che dà tormento
questa passione antica, questo sentimento
che prende sin nell'ora del tramonto.
Ridete, ridete pure
della lacrima che pencola sul ciglio
perché trema prima di scendere sul viso
schiva di mostrare dolcezza all'improvviso.
Ridete, ridete pure
di questo nuovo cielo spalancato
dove nessuno ti chiederà quando sei nato
solo t'abbraccia se della vita innamorato.

domenica 10 marzo 2013

Pochi momenti irripetibili


Recita ancora quei versi

che le mie labbra salgono le caviglie

che la tua voce libera nel mio cuore

mille e mille meraviglie.

E ci libriamo oltre l'alcova

dentro nuvole di pensieri e parole

nella natura e nella bellezza

e non si consuma e non si misura

nonostante l'ubriacatura di felicità

di pochi momenti, forse, irripetibili.

sabato 9 marzo 2013

Come spirale


Vivo avvolto come la spirale

d'un orologio a molla

ignaro della durata della carica

faccio ticchettare lento il cuore

per mai fermare il passo, oppur si muore.

Ma rotolerà insieme alla mente

quando le sfere avran fatto tutto il giro

e forse s'arresterà senza dolore.

Ho rimbombi lunghi di silenzio

pare una musica ch'è stipata dentro

alita la montagna di pensieri

in movimento tra sfilacciate di nuvole

intrise di rugiada d'incerta primavera

bagnano i fianchi di ricordi amari

dove la malinconia lesta s'abbevera.

giovedì 7 marzo 2013

"quando se non ora"




Quando suoneremo le nostre campane

quando prenderemo governo di noi stessi

cosa gira nelle nostre teste che siam senza parole

che il principe non ha ragione ne misura

e noi tutti come mutilati della verità

senza fantasia come tanti infelici

non riconosciamo più la vergogna

come non avessimo più capacità giudizio.