al politico
reo, sonore col culo
facciam trombette
martedì 18 dicembre 2012
lunedì 17 dicembre 2012
Pensieri a mandorla
e poso un sogno
sul guanciale del giornoogni mattina
oppure:
riposa un sogno
sul guanciale del giorno
ogni mattina
giovedì 13 dicembre 2012
mercoledì 12 dicembre 2012
Mani bucate
“Hai le mani bucate”, mi gridava
contando quattro spiccioli di rame
eppure aveva gli occhi lucidi di gioia
che scapestrato, le piacevo assai.
Ora dai buchi non passano monete
cadono rammenti ch'erano la vita
ho perso tesori che avevo in mente
forse per questo che non m'è
riuscita.
Vago con le mani sprofondate in tasca
sbiancano le nocche, stringo sentimenti
non sarò il meglio ma son di
questa pasta.
martedì 11 dicembre 2012
Risanguinano ferite ancora
È il tempo in cui più
incupisce
il rosso nel tramonto
e lentamente affonda nella notte
che, a sprazzi, senza luce
biancheggiano ossa di rimpianto
scarnificate dai lembi di passato
mai sopito davvero.
E, non sono mai pronto
quando risento quel nodo nella strozza
perché non ricucii al meglio
le ferite che mi seppi infliggere.
Così risanguinano, ancora.
martedì 4 dicembre 2012
Ricordi di Natale
Scintillano, per un momento
come ninnoli appesi ai rami dell'abete
minimi ricordi, illuminati d'improvviso
con un click, dalle lucine
dell'addobbo.
Si specchiano sugli incarti dei regali
sparsi in elegante disordine per terra
memoria d'una gioia, un'allegria
nel giorno deputato
il dì di festa, intorno alla
famiglia.
Son tutti di là da una finestra
chiusa
odo appena il vociare dei fanciulli
il treno muove, deve andare
neanche stavolta, riuscirò a
restare.
Se ne andrà con un sospiro
Se ne andrà con un sospiro
forse neppure
gli occhi si faranno di vetro
vorrei appena un sorriso
stampato sulle labbra.
Se non pianti, non semini
non costruisci
puoi andartene quando vuoi
nessuno piange.
Ho scritto le quattro cose
che mi porterei
le cento che non ho
le dimentico facilmente
mentre faccio questo lungo marciapiede
e conto i giorni che seguono i giorni
senza trovare il punto giusto
per attraversar la strada.
Sento ancora una porta
che non s'apre
se riuscissi a passare oltre questa
andandomene via senza niente
se mai lascio qualcosa
è nella vita degli altri,
sperabilmente.
La strada sta lì davanti, da
tanto
è come il vecchio specchio che
conosco
forse c'è qualcuno per me,
dall'altra parte.
Politica italiana e maccheroni ciociari
(dialetto d'accatto)
Ce sei annato a votà. Pe' questo
o pe' quello?
'n ce sei stato? Nun sei demogratico. A
bello!?
Ma che stai addì! Nun ce fai
gnente co'le votazioni.
Eggià! Allora pecchè se
fanno sempre l'elezioni?
Per conta' quanti so' quelli che ce
credono. I cojoni.
Stai proprio messo male, amico mio
nun c'hai er senso de lo Stato
comunardo
si nun ce vai, dai tutto in mano a
quarche bastardo
che te se inchiappetta se giri lo
sguardo
e nun te basterà raccomannatte a
Dio.
Nun je vojo mette in mano lo strumento
pe' famme alle spalle quello che je
pare
na' vorta che sta 'ssedè ner
parlamento
nun te se fila ppiù...che c'ha
sempre da fare
vedi tu se me vojo creà 'sto bel
tormento.
Stamme a senti' amico mio bbello
sto monno l'avemo da pijà come
fà quello
co' 'na canzona trista e un ritornello
e quarcheduno l'ha da fa er menestrello
si canta male un carcio, si no, tanto
de cappello.
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