sabato 27 aprile 2013

Improbabile erastés




Vivo giorni in cui il fuoco ardente

d'un epico erastés mi prende

e mi appresto alla mia amata

con la vivezza ch'ebbi in altri tempi.

Cosicché mi sorride compiaciuta

io la prendo e gaio amor ci unisce

spengo dentro lei tutto il tormento

di essere ancora qui, senza scampo.

giovedì 25 aprile 2013

Il vento dell'essere




Il vento va, senza curarsi

delle fronde squassate

coriandoli vegetali alla rinfusa

né delle canne prone

saggiamente sommesse

il tempo necessario alla tempesta

che indugia, ma deve pur passare.

Ma i miei mulini a vento

restano fermi là nel deserto

della mia coscienza sopita.

Attendono aliti che forse mai verranno

perché la realtà mi è contraria

mi necessità vitale l'illusione

d'un mondo ideale possibile.

venerdì 12 aprile 2013

L'accattone a piè del muro


Il suo posto era lì, da anni, a piè del muro
di quel palazzo più là della sua chiesa
in ogni stagione col paltò, d'equivoco blu scuro
sul tragitto delle donne che avevano la spesa.

L'espressione triste degli occhi ti colpiva
il bulbo arrossato, venato, di gente ch'era aliena
pareva avesse pianto ma nessuno lo chiedeva
noi siamo abituati, per storia, ad aver pena.

Verrebbe da dire di fare miglior uso
dei sentimenti che c'albergano con lena
gelosi, egoistici li teniamo lì nel chiuso
lasciando che il dolor ci sfiori appena.

M'han detto che da giorni più non c'era
poi una pia donna ce lo raccontava
che sabato, prima della messa della sera
qualcuno si era accorto che piangeva.

Disteso a terra, come sempre, se ne stava
il braccio aperto, la mano a questuare
vuol centrare il palmo, chi un soldo gli buttava
senza interrompere il verbo e camminare.

A vedere quelle monete sparse sulla mano
quegli occhi vitrei che guardavano lontano
chiesero ad un passante con un bel pastrano
“Veda Dottore, è rigido, non le pare strano?”

A dita unite gli tastò la gola e con sconforto
scosse la testa, mentre spiegava all'altro cellulare
chiese d'intorno a tutti, nessuno volle parlare
e disse serio, “Nessun lo tocchi, oramai è morto”.






mercoledì 10 aprile 2013

Pensieri dall'ombra



Strappo ogni pensiero dall'anima

come la luce il Merisi fa dall'ombra

scavando nel buio del tempo passato

il pozzo segreto per non ricordare.

E quando chiaro alla luce appare

sembra un sogno etereo trasparente

non fa più il male che faceva allora

si spande lentamente qui nel giorno

dove l'occhio è ormai da tanto prosciugato

vedo i contorni nella mente sfumare

posso guardarlo sereno, finalmente.


domenica 7 aprile 2013

Il buio che m'aspetta


Vengono certe sere, stanche

piene di mancanze

come vecchie finestre senza lastre

da dove entra un vento freddo e forte

come una voglia rabbiosa d'esser triste.

Cerchi nei cassetti dei ricordi

se mai ci fosse rimasta una presenza

chiamarla, dirle solo - come stai

belli quei tempi che con te passai.

Ha gli occhi vuoti, lì piantati in viso

un colore smorto, d'acquarello

si volta, parla d'altro all'improvviso

frangono frasi morte col pestello.

Quest'altra, era tanto bello allora

con lei presi a volar nei sogni ed ero bravo

poi ci portai chiunque conoscevo

un giorno, un mese o solo qualche ora

pareva non essere importante

era la vita ch'era appassionante.

Sorride, mentre aspira dalla sigaretta

lascia che parli a lungo, un soliloquio

forse non ascolta neppure, ha già fretta

tira la tenda, spegne la luce, fa buio

anche da me, tanto m'aspetta.