mercoledì 31 luglio 2013

La porta del paradiso in terra


Forse dovrò pregarti più d'un anno
perché tu perdoni il mio delitto
ho perso tutto a un tratto il mio intelletto
e son caduto dritto e nudo nel suo letto.
Amore...
aveva la pelle bianca come un giglio
il collo lungo che ricorda un cigno
attirava baci come le mosche il miele.
I seni pari a coppe eleganti da champagne
il pube riccioluto di Venere stendardo
e tra le cosce lunghe lisce sode
scolpite da un dio minore lì al Forte (*)
c'era del paradiso
                                 la più invitante delle porte.

* Forte dei Marmi.

martedì 30 luglio 2013

Non avessi le sue labbra


Quando sto sui gomiti
e mi lascio annegare dai ricordi
scordo perfino le sue labbra.
Mi prende un languore noto
di quando mi pareva bello
guardare dentro scatole vuote
che contenevano ancora
scatole disperatamente vuote.
Ma arrivo qui, sempre qui
scavalcandole, e nella quiete
baciare a lungo le sue labbra.

lunedì 29 luglio 2013

Io sono di sinistra



Da millenni è messo lì, a sinistra
tutto il male dell'anima e del mondo
così il diavolo, il fato malvagio, l'ira
le disgrazie, tutte le infermità del corpo
e del cervello, quasi ci fosse un disegno
per spaccare in due, l'uomo e l'universo.
Ci hanno compreso chi non ha le ali
esser di sinistra è stato fatto volgare
lo “erano” braccianti, servi e manovali
ignari del valore dell'oro e...dei salari.
Facile farsi sinistra ai più degli operai
fu lotta per qualche libertà, come gli orari
e quelli che stavano a dritta a biasimare
capacità e ingegno accreditando mai
col dire “non ci fosse il ricco lo vedrai
cosa porterai a casa da mangiare”.
Stenta a morire questa idea del firmamento
: la destra legittimità, la sinistra prepotenza
se ricco sei, Dio t'avrà amato se povero, dannato.
Eppure sta a sinistra il più nobile degli organi
pompa la vita col sangue sin nell'alte sfere
è l'anima, di colore rosso, come le sue bandiere.

domenica 28 luglio 2013

"Elegant" gigolò



Nuda, scomposta ad arte
tra lenzuola sudate stropicciate
abbandonata come libera d'un peso
come non avesse pensato altro finora
si scosta di quel tanto, quasi un braccio
e pigramente dice :
è un governo scellerato
alza l'imposta sul fumo e sul fumato;
non c'è uno spettacolo decente
nell'intero Stato e ... gli venga un accidente!
il ghiaccio del drink, s'è già squagliato.
M'alzo, m'infilo le calze e le mutande
prima si renda conto prendo il largo
attraverso senza scarpe l'altre stanze.
Fortuna che il conto della suite
l'aveva già pagato, col contante.

La smania & dolce voglia


Quando m'assale
la smania & dolce voglia
di stringerti a me e di toccarti
s'asciuga la bocca, la lingua
e per baciarti
devo umettar le labbra
coi tuoi baci.
Sai quando lo voglio
dal quel respiro forte
dalle pupille che si fanno braci;
stai lì, sorridi divertita
e dicendo assai di più, taci.
Passi le dita sulla pelle nuda
quasi esibissi la migliore seta
ammicchi, di sottecchi lanci occhiate
al sesso, come carezze d'amor sempre fugaci;
non sollecitano, dicono dolcemente
perché mai parlare (?) :
aspetto...è sempre così che tu mi piaci.


venerdì 26 luglio 2013

Vecchia cara inquietudine


Se non c'è nulla
oltre quella porta
come credo
a che sarà valso
vivere sempre
con tanto scoramento.
Meglio sarebbe stato
godersi tutto il di qua che c'era
senza ritegno
soddisfacendo sensi, cuore, ingegno
pascere l'anima di poesia
ché non aspetta altrove
nessun regno.

martedì 23 luglio 2013

Tutti i perchè di cui non sai



Nel continuo stupore
d'essere ancora qui
con un mare di sogni da realizzare
mi disillude solo il tempo
                         ché non vuol passare
                           ché non vuol lasciarmi andare
                             ché l'amore non mi da più alla testa
                               ché son troppe le notti dei perché
                                ché sono stanco di vegliare
                                  ché non ho più la stessa voglia di aspettare.

domenica 21 luglio 2013

Colei che sempre aspetta


Forse capiterà
ci tocchi d'andar via
da soli
ma è così che siam venuti
bene accolti di sicuro
ma spaventati a morte
da colei che sempre aspetta
si ritorni.

Memorie di campagna


Sapessi quante volte a sera
quando ancora rare lucciole
rendono fatato il grano
t'assale lenta dolce nostalgia
d'un paesaggio fattosi lontano
ricco di suoni e odori di nostrano.

lunedì 15 luglio 2013

Incontri maledetti


Erano punti di domanda
quelli che avevi negli occhi lustri
ed io non ho risposto
che un sommesso, incerto ma...
Tu, tirando su per le cosce
quel pizzo ecrù:
...allora perché è stato tanto bello?
I nostri son momenti lunghi
quasi eterni
che ogni volta
s'interrompono d'inferno.

venerdì 12 luglio 2013

Sempre solo da solo


È l'esser così solo
che rende bellissima la solitudine.
Sentire la mancanza
e la voglia di tutti
affina i sensi, lava l'anima
da necessari compromessi di facciata
e fa volar libero d'esser come sei
incurante di come ti vorrebbero
quelli che dicono di amarti.

mercoledì 10 luglio 2013

Un bel niente


Quando un bel niente t'avvolge
in tessuto di lino come pelle d'uovo
puoi andare con la mente dove vuoi
sui prati sempre verdi dell'infanzia
sulle pietrose accidentate rive puberali
tra i rovi delle scelte esistenziali o
immaginare il resto del cammino
fino all'ultima porta lì davanti.
Allungare la mano verso la maniglia
aspettare il coraggio per aprirla
per timore di veder oltre la soglia
probabile o improbabile meraviglia.

Gli indifferenti


M'è sempre piaciuto pensare che il Papa Cattolico avesse carisma sufficiente, in quanto capo della chiesa che conta più fedeli sul pianeta, per impedire o fermare un conflitto tra uomini. Ma, nella storia, gran sacerdoti, papi, pope, rabbini e loro religioni non hanno mai fermato una guerra, spesso le hanno fatte scatenare e le scatenano, nel migliore dei casi vedute e vedono scorrere dai colonnati dei loro templi. Un semplice uomo, fermamente convinto della filosofia della “non violenza”, impedì una rivoluzione anticolonialistica porgendo, lui sì, mille guance agli schiaffi degli oppressori del suo popolo (Mahatma Gandhi) e non era un religioso.
Questo Papa, Francesco, si sta “sporcando” le mani con la miseria, con la diversità, con l'altruismo, cercando di riallacciare il senso dell'antica parola e la vita moderna che l'ha dimenticata. Senza codazzi di porporati o duchi è andato a lavare i piedi dei migranti, a celebrare la morte di quelli scomparsi nel tentativo.
Ci ha chiamato indifferenti che per un cristiano è peccato esiziale, più che matricida, la negazione stessa dell'assunto contenuto nel Vangelo. E i destinatari di quella parola, che la praticano, plaudono alla sferzata, annuiscono e, credo, pensino già che anche questo passerà.
E le puntualizzazioni, da parte degli atei devoti, quelli che portano il santino nel portafogli, che hanno una foto del Papa in salotto o nello studio, che si sono sbracciati nella “difesa della intangibilità della vita”, della famiglia tradizionale, nella denuncia della deriva morale, che non sono praticanti ma fedelissimi al culto che è commedia, mera pratica labiale, hanno già detto che gli interessi dello Stato (credo intendano il nostro), sono altri e diversi dalla carità cristiana.

lunedì 8 luglio 2013

Come una camicia a fiori


Quando smetterai
d'indossare la tua tenerezza
come fosse un capo d'intimo firmato
ma la poeterai facile, mostrandola
come una camicia a fiori brasiliana
sentirai d'essere pronto
per quel cammino via lontano
e sarai libero dal pensare
non sia mai l'ora giusta per volare.

mercoledì 3 luglio 2013

Il profumo del pane


Sulla scia d'un odore
che attraversa il mare
s'imbarcano ciechi
e non sanno nuotare.
Dev'esserci un posto
dove approdare facilmente
senza farsi contare tutti i denti
dove portare i bisogni da sfamare
senza raccontare tristi precedenti.
Sembrano aver un mito da realizzare
un modo nuovo di vivere da imparare
via da quel posto di rovi che abitavano
non sia un recinto che presto disincanta
o solo vana libertà di asciugare un pianto.

martedì 2 luglio 2013

Gli occhi - haiku / Si poserà la polvere

*
timidamente
gli occhi affondano mesti
nelle lacrime


*

Si poserà la polvere
di questo passato consumato
a coprire un canto inascoltato.
Sarà cielo pulito l'orizzonte
con poche cose che non ho scordato
andrò cercandomi dove non son stato.


lunedì 1 luglio 2013

L'uccise a cuore caldo




- Tre pacchetti di Camel, prego e...
- Lei dice, voi dite, che succede ogni nove mesi, il ventottesimo giorno, vero?
- Senza meno, sempre e non lo vede chi non lo può vedere.
Risposta enigmatica, specialmente proferita con tanta determinazione.
Poteva essere una psicosi, quella del periodo, così inevitabilmente legato a quello della gravidanza/fertilità umana ma quelli che ne parlavano, lo confermavano.
Si appostò nel luogo indicato come più idoneo, conquistato per tempo, con un'attrezzatura di tutto rispetto: vari enormi obbiettivi a infrarossi, esposimetri e altro. La luna era all'ultimo quarto, il masso che emergeva dall'acqua del lago, luccicava; intorno un silenzio inquietante. Teneva l'occhio fisso sull'obbiettivo, riposandolo brevemente di tanto in tanto. L'acqua fu smossa: uno sciabordio leggerissimo, come solcata dalla pinna di un pesce o dal nuoto di un uccello acquatico. Puntò la macchina, dette un occhiata, e...click click click su una figurina femminile, capelli lunghissimi bagnati appiccicati al corpo. Si solleva e va a sedersi sul masso, guardando verso il largo. L'acqua gocciolando dal corpo tintinna, accompagna un nuovo sciabordio che attira l'attenzione del fotografo. Una figura maschile si erge dal pelo dell'acqua e senz'altro va ad accomodarsi sul masso accanto alla fanciulla. Si abbracciano, lei apre le braccia, le cosce e lui la copre col suo corpo. Non un suono, un sussurro, si avvinghiano, si prendono. All'improvviso uno sciabordio potente, come uno scroscio. Qualcosa di pesante, come un grosso animale, doveva galoppare nell'acqua bassa verso il masso, dalla riva. Invece una figura umana, enorme, che brandisce un forcone, corre decisamente verso i due abbracciati. Il giovane si ritrae e sparisce tra i flutti, lei abbandonata, rimane immobile, subisce l'attacco. Il tridente si pianta in mezzo al petto, senza spargere sangue. Non un lamento, un gemito e...tutto scompare.
E' la storia di Berenice, il paggio Lieto e suo marito Lupo Guelfo, nel lago della Duchessa.
E neppure un fotogramma impressionato.