venerdì 10 maggio 2013

Sempre più s'allontana, forse


A centonove anni, vedrò Pietro

quello San, gli altri sono alieni.

Mi dirà: “T'aspettavo prima

che t'eri messo in testa di venire.”

Sai, gli rispondo, quelli m'han trattenuto

che oggigiorno non c'è vera scadenza

ci sono mezzi per rimandare il tutto

conviene ai più, nessuno si lamenta

e i parenti procrastinano il lutto.

“Sei stato superbo, avevi da lasciar fare

perché tutto secondo natura era fissato

non è stata meglio vita, soltanto rimandare.”

M'hanno convinto, ch'è limite non vero

se hai raggiunto una buona pensione

la tua casa è comoda accogliente

oramai dice così tutta la gente.

Durare di più e ad ogni costo pare

con farmaci ad oc intimar di vivere

via la sofferenza e del meglio profittare

fin d'un possibile desiderio erotico sognare

e soddisfarlo un supplizio da pagare.

Certo che lo vedevo, tutto intorno

tanti davvero, vivi, tutti quanti

con gambe trascinate, braccia cadenti

sguardi inebetiti, bocche sbavanti

insufflati di cose chimiche, eccitanti

per mano o spinti da tipi strani, non parenti.

“La morte come la vita è sempre sacra

a nessuno è lecito porvene rimedio

quando viene il tuo tempo, senza assedio

abbandonati e non chiamare la salvezza

che se l'hai guadagnata, ella ti viene.”

Ma “Io voglio sapere, non credere...”

e accettai nella speranza di scoprire

se la vita è quell'assurdo che m'appare

col tutto e nulla da dover sopportare

o c'era qualcosa ancora da aspettare.

Ma è ben vero, Tu hai ragione

ho avuto un corpo estraneo appariscente

senza una risposta, in ver, soddisfacente.

1 commento:

  1. E' umano voler allungare il transito nella vita, anche se, a volte, costa fatica imbottirsi di farmaci, e illudersi, che il percorso riserverà eventi graditi...
    Molto originale, e piaciutissimo, questo tuo scrivere di oggi.
    Buona serata e un saluto, silvia

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