venerdì 24 maggio 2013

Allora ammazzami, se non m'ami più



Lo dicevo per provocazione
sperando d'intenerirlo, il deficiente
quella era più un'imprecazione
invece l'ha fatto davvero, tra la gente.
Sì, ho sbagliato a prenderlo sul fatto
erano a casa di lei, con che diritto
ho scavalcato il balcone di soppiatto
e l'ho trovato nudo, così era fritto.
N'è uscita una caciara che non dico
tutta la gente fuor dal caseggiato
menava come un pazzo indemoniato
hai voglia far vedere che io non litigo.
“Vattene che non t'amo” mi urlava in faccia
ed io a lui “ Non ci credo, torna a casa, ora”
“Non mi piaci più, sei pure 'na donnaccia”
“Non m'importa, lo so, tu m'ami ancora”.
Forse non era vero. È vero sol che l'amo
ma non serve oramai, ho perso tutto
più è rovescia la vita più la vogliamo
triste il mio bambino ch'è già in lutto.

2 commenti:

  1. Una cronaca, in particolari versi di poesia....molto apprezzata
    Un genere completamente diverso, dal tuo solito, ma sempre accattivante nella sua densa lettura...
    Buona domenica, Bruno, e un abbraccio, silvia

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