Lo dicevo per provocazione
sperando d'intenerirlo, il deficiente
quella era più un'imprecazione
invece l'ha fatto davvero, tra la
gente.
Sì, ho sbagliato a prenderlo sul
fatto
erano a casa di lei, con che diritto
ho scavalcato il balcone di soppiatto
e l'ho trovato nudo, così era
fritto.
N'è uscita una caciara che non
dico
tutta la gente fuor dal caseggiato
menava come un pazzo indemoniato
hai voglia far vedere che io non
litigo.
“Vattene che non t'amo” mi urlava
in faccia
ed io a lui “ Non ci credo, torna a
casa, ora”
“Non mi piaci più, sei pure
'na donnaccia”
“Non m'importa, lo so, tu m'ami
ancora”.
Forse non era vero. È vero sol
che l'amo
ma non serve oramai, ho perso tutto
più è rovescia la vita
più la vogliamo
triste il mio bambino ch'è già
in lutto.
toccante ... un abbraccio
RispondiEliminaUna cronaca, in particolari versi di poesia....molto apprezzata
RispondiEliminaUn genere completamente diverso, dal tuo solito, ma sempre accattivante nella sua densa lettura...
Buona domenica, Bruno, e un abbraccio, silvia