giovedì 6 giugno 2013

Tutto il moderno che c'è


Tra erbacce e ortiche fuori mano
lungo il muro in pietra grezza
d'una vetusta casa del contado
un vecchio aratro col vomere a pala
fuori uso da tempo, abbandonato
era quasi il teste di quanta fatica vera
c'era una volta in quella vita austera.
Il ferro arrugginito, la stegola imporrita
che incuriosiva i più tanto era alieno
obsoleto e oramai solo ingombrante
aspettava uno straccivendolo ambulante.
Qualcuno di memoria lunga lo vide e
ora, ripulito e illuminato, è insegna
d'un tipico molto rinomato ristorante.

2 commenti:

  1. Oggetti obsoleti, rivestiti a nuovo per interpretare nuove recite di vita...versi molto belli
    Buona serata, Bruno e un abbraccio, silvia

    RispondiElimina
  2. tutto fa agriturismo ormai...bella nel tuo classico scrivere e poetare, ciao:)

    RispondiElimina