Salgo il sentiero nel bosco
ai luoghi più alti, distanti,
solitari
e quando raggiungo il fresco dei
castagni
sento la brezza insinuare i sandali
accarezzarmi i piedi di sollievo.
La stessa che mi spazza dal sudore il
capo
fruga le rughe agli angoli degli occhi
che contano i passaggi della vita.
Allora tengo stretti al fianco quei
pensieri
che mastico quando vo salendo a riva
con cura, come tenere al braccio
l'amata
della quale ora sono forse il surrogato
da quando ho perso la felice goliardia
d'assaporare anche frutti acerbi, solo
schiacciandoli al palato per sola
bramosia.
Vorrei intingerli – i pensieri – in
quell'inchiostro
che nella mente ogni giorno freme
ma la penna alla bisogna non m'assiste
s'inceppa, s'impunta, prende solo una
goccia
come un soldo cade nella mano, sulla
porta.
Quasi un rammarico, in questi versi, immersi dapprima in delicate immagini della natura e poi
RispondiEliminain un inconscio forse stanco, d'aver perso quella
gioiosità giovanile, che sa colorare in modo frenetico i respiri di vita...
Lirica molto profonda e intensa...