Avessi gettato l'ancora allora
quando mi parve di stringere
tra le braccia il mondo
quando nulla poteva accadere
ch'era del mio colore tutto intorno.
Invece presi l'agio di percorrere
facili rotte in lungo, largo in tondo
per riempire giorni sempre corti
sentendo l'ansia di non vivere
profondo.
Ora ad ogni vela o fiocco lacerato
provo a tornare alla cala di partenza
per nostalgia d'un sogno accarezzato
nell'acqua frescha cheta, in
trasparenza.
La bitta al molo è tutta
arrugginita
sconnessi i massi dell'approdo avito
la sosta è dura, speravo
ingentilita
il vento non è brezza, è
più accanito.
Non è più tempo di
abbrivare al largo
le forze son scemate, poco il coraggio
un viaggio, forse due, prima che arrivi
il sonno della mente, come un letargo.
Col trascorrere del tempo, mutano la maggior parte dei presupposti, per intraprendere azioni temerarie...frutto di gioventù
RispondiEliminaSempre magnifico poetare