Mi disse con l'autorità d'un
vero vate
di quei che con alloro e altre fronde
si pettinano il capo e meritano
prebende
che ognora troppo indugiavo nel rimare
in pene dell'anima e del cuore
tanto che giungeva solo quel rumore
che invero la poesia senso ha da
cantare
narrare comunicare alfin dipingere
e men che mai di se,
soltanto piangere.
Non lo
nego, mi ferì la locuzione
di
forza la sposai con l'intenzione
di
tenerne conto come una lezione
e darmi
nel futuro un'occasione
per
comunicare soltanto l'emozione
riconoscibile
da molte più persone.
Non so se son riuscito
nell'impresa
se ho separato a dovere la lana dalla
seta
e se chi mi tenne quella lectio
magistralis
capitasse tra le righe che da allora
scrivo
amerei dicesse s'è valso quel
che disse
anche un libero no, che forse a quel
destino
l'anima mia d'essere così, mi
crocefisse.
Considerazioni della maturità, in un discorso poetico, che secondo me non poteva che sfociare
RispondiEliminain in empatico messaggio, di intensa levatura...
Buona serata Bruno, un caro saluto!