giovedì 12 gennaio 2012

Italia Bella Ciao

Ognuno passa prende pesta oltraggia  
perdemmo noi la vista oppure il gusto  
per l'opulenza abbiamo preso in uggia  
vivere semplice, come fa il giusto. 
Più nastri e ninnoli appesi alle orecchie 
di quanti ne reggeva uno robusto 
tutto s'arraffa, anche cose soverchie  
si getta poi la tazza e l'orinale 
son cose appena nate e son già vecchie 
e mai saranno più l'originale. 
Neanche la pietà sta più sulla porta  
nel posto avito ch'è  la cattedrale 
turba imbarazza chi entra e non conforta   
chi sempre da alla chiesa obolo certo   
ha poca voce chi a pensare esorta.
Si paventa un futuro ch'è un deserto 
ma niuno salva l'acero o la quercia         
se sul giardino suo ne sporge un serto     
e se c'è un'essenza aliena, lui falcia.      
Crolla l'argine cade il monte a valle      
la pioggia infiltra muri antichi, squarcia  
segni d'un mondo cui facciamo falle 
che non è nostro e l'abbiamo in prestito.
Nobile madre di genti vassalle.

1 commento:

  1. Una dimensione di vita scombussolata in cui si sono persi i valori essenziali e la misura del giusto, per lasciare spazio a innovazioni continue..già obsolete in tempi brevi, oltre a fare un uso insano dei beni della natura...destinata a spegnersi quanto prima, per colpa della nostra stoltezza
    silvia de angelis

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